Smart building, il 64% degli italiani ne sa poco
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Smart building, il 64% degli italiani ne sa poco
Se da una parte, grazie alle innovazioni tecnologiche e alla spinta dovuta al Superbonus, il settore degli smart building ha registrato una decisa crescita con investimenti pari a 9,5 miliardi di euro nel 2021, dall’altra emerge una scarsa conoscenza del settore stesso da parte degli italiani. Infatti, secondo una recente ricerca di The European House – Ambrosetti, il 64% degli italiani afferma di avere scarsa conoscenza del tema di edifici intelligenti, mentre il 27% ritiene che le tecnologie e gli interventi legati agli smart building abbiano costi troppo elevati. Oltre alla percezione dei costi elevati, sul giudizio negativo degli interpellati pesa anche il fattore della scarsa informazione. Dall’analisi dei dati della ricerca, appare necessario un maggiore impegno da pare di istituzioni e soggetti privati per trasmettere una maggiore consapevolezza sul tema. Un tema tutt’altro che trascurabile, dato che un’adeguata e massiccia conversione degli edifici in ottica smart potrebbe permettere di ridurre i consumi energetici fino al 24% e fino al 5% di quelli idrici.
La ricerca sopra citata ha permesso di individuare diverse chiavi di lettura del rapporto tra gli italiani e il proprio immobile, specie quando si tratta di riconversione dello stesso. Prima di tutto, si evidenzia una particolare attenzione alla questione abitativa con una crescente preoccupazione specie in relazione all’aumento dell’inflazione. A tale proposito l’80% degli interpellati si dichiara molto preoccupato per l’incremento dei costi di gestione degli edifici. Un secondo tema che emerge è la scarsa conoscenza degli italiani sul fatto che il parco immobiliare nazionale sia per la gran parte obsoleto (circa l’81% è stato costruito prima del 1990). Un altro spunto riguarda il fatto che nella percezione comune più diffusa gli smart building siano legati solo all’efficientamento energetico, mentre non vengono sottolineati altri aspetti fondamentali connessi a questa tipologia di edifici intelligenti, quali il miglioramento della qualità della vita. Una scarsa conoscenza che si riflette in una visione limitata dell’intera filiera degli smart building. Infine, tra le principali criticità, emergono i costi di riconversione degli immobili ritenuti troppo elevati dal 26,9% del campione, oltre alla difficoltà di poter accedere agli incentivi fiscali legati alle diverse soluzioni smart indicati dal 20,3%, senza dimenticare le lungaggini burocratiche e i tempi di realizzazione degli interventi indicati come ostacolo dal 17,8%.