Risorse idriche in edilizia: impatto e come ridurre i consumi
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Risorse idriche in edilizia: impatto e come ridurre i consumi
Il tema della scarsità delle risorse idriche è sempre più al centro del dibattito dei soggetti pubblici e privati che sono impegnati nel cercare soluzioni efficaci per ridurre quella che a tutti gli effetti sta diventando un’emergenza globale, accelerata dalla crisi climatica in atto. A tale proposito, il World Economic Forum segnala che entro il 2030 si giungerà a un divario del 40% tra domanda e offerta di acqua a livello mondiale, senza contare che circa un quarto della popolazione non ha ancora accesso all’acqua potabile. I diversi settori produttivi sono tra i principali responsabili dello sfruttamento delle risorse idriche. In particolare, il settore edile è responsabile del consumo di circa il 15% di acqua. Un impatto indiscutibilmente importante che necessita maggiore attenzione e pianificazione per ridurre il consumo di acqua. Sono questi alcuni degli indicatori principali emersi dal documento “Building a water resilient future” pubblicato da World Green Building Council (World GBC), il network globale che riunisce le associazioni nazionali che operano nel settore dell’edilizia sostenibile. Secondo lo studio, la necessità di un cambiamento è trasversale a tutte le fasi della catena produttiva del settore edile e comprende diverse dimensioni essenziali. L’acqua, infatti è un elemento fondamentale già in fase di produzione dei materiali utilizzati nelle costruzioni, dal legno al cemento al calcestruzzo, che sono i tre materiali che necessitano maggiore quantità di acqua. Inoltre, l’acqua è utilizzata massivamente in tutte le fasi di realizzazione di una costruzione. Il consumo e la conservazione dell’acqua all’interno degli edifici una volta ultimati e abitati è un altro aspetto centrale nel percorso di efficientamento dell’uso delle risorse idriche. Da ciò emerge chiaramente la necessità di applicare tecniche e metodologie produttive e di lavoro che permettano concretamente di contenere i consumi di acqua sia in cantiere che a livello di impianti degli edifici. Senza dimenticare le città e le loro infrastrutture, i consumi idrici, le perdite della rete idrica, la raccolta e riciclo delle acque reflue: tutti fattori che oggi non possono più essere trascurati.
Analizzando le singole fasi della catena di produzione del settore edile, bisogna considerare che la maggior parte dell’acqua impiegata in determinati processi produttivi non può essere riutilizzata per altri obiettivi e presenta un rischio di contaminazione delle falde acquifere locali. Di prioritaria importanza per cercare di ridurre i consumi di acqua in edilizia risultano l’ubicazione delle risorse e le scelte a livello progettuale. La scelta di una risorsa e di un materiale piuttosto che di un altro deve essere presa anche considerando il ciclo di vita di ciascuno e il loro impatto ambientale. Il monitoraggio del consumo di acqua nel processo di produzione è un altro fattore importante, specie considerando che secondo alcune stime parlano di un consumo tra 500 e 3.500 litri di acqua per metro quadrato di superficie costruita. A livello di acqua negli edifici possono essere maggiormente riutilizzate le cosiddette acque grigie ovvero quelle provenienti da lavatrici, vasche, docce, che sono a basso livello di contaminazione. Infine, l’impiego di impianti idraulici ed elettrodomestici ad alta efficienza porterebbe ad un ulteriore risparmio di acqua negli ambienti interni stimato attorno al 40%.