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edilizia
26/07/2022

Opere incompiute sono ancora molte, ma in calo rispetto al 2020

Il MIMS, Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, ha aggiornato l'anagrafe delle opere incompiute al 31 dicembre 2021. Sul sito istituzionale del Ministero, nella sezione Servizi Contratti Pubblici, sono stati pubblicati i nuovi dati del Sistema di Monitoraggio delle Opere Incompiute (SIMOI), in cui annualmente vengono inseriti gli elenchi delle opere pubbliche non completate, facenti capo alle amministrazioni centrali e territoriali.

I nuovi dati: 379 opere incompiute

Dall'aggiornamento annuale dei dati, a fine 2021, complessivamente risultano ancora 379 opere incompiute. Dunque, un numero ancora considerevole. Ma la tendenza è alla diminuzione. Infatti, il dato precedente, risalente a fine 2020, indicava 443 opere incompiute, con un calo su base annua del 14,4%. La diminuzione registrata è maggiore per quanto riguarda le opere di competenza delle amministrazioni centrali, in calo da 26 a 15 con una diminuzione del 42,3%. Le opere incompiute relative alle amministrazioni locali invece diminuiscono in misura più contenuta, passando da 26 a 15, con un calo del 12,7%.

Completamento opere: quanto serve?

Per portare a termine le opere incompiute i fondi stimati ammontano a 1,2 miliardi di euro, una somma in diminuzione del 45,7% rispetto alle stime di fine 2020. Entrando nello specifico, per completare le opere incompiute di competenza delle amministrazioni centrali servono 428 milioni di euro, rispetto a 1,5 miliardi di euro, con una diminuzione del 71%. Invece, per concludere i lavori delle opere incompiute di pertinenza delle amministrazioni locali la cifra aumenta da 782 a 827 milioni di euro (+5,7%).

Perché sono incompiute?

Dal 2021 nella rilevazione sono state inserite anche le cause che hanno bloccato il completamento di un'opera pubblica. Nel 40% dei casi, ovvero in 153 interventi, risulta che sono mancati i fondi necessari a ultimare l'opera. In 115 casi (il 30%) si sono verificati problemi di natura tecnica. Il 18% delle opere è rimasto incompiuto a causa del fallimento dell'impresa, recesso o rescissione contrattuale. 21 opere (il 6% del totale) sono state interrotte a causa di aggiornamenti normativi. Infine, per 15 opere (4%) il mancato completamento è dovuto al mancato interesse alla conclusione e per 6 opere (2%) sono intervenuti diversi fattori.

Nel corso del 2021, il Mims e le Regioni hanno prestato particolare attenzione alla rilevazione delle opere incompiute prevista dall’art. 21 del D.lgs 50/2016, il quale prevede l’obbligo di inserimento delle stesse nel programma triennale dei lavori pubblici al fine di prevederne il completamento oppure l’individuazione di soluzioni alternative, tra cui il parziale riutilizzo, la cessione a titolo di corrispettivo per la realizzazione di altra opera pubblica, la vendita o la demolizione. Tale obbligo è in vigore a decorrere dal triennio di programmazione 2019-2021, così come previsto dal Decreto MIT n. 14 del 16 gennaio 2018.

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