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normativa
20/02/2023

Nuovo codice appalti, i professionisti tecnici chiedono il rinvio

Per conformarsi a quanto stabilito dal PNRR, entro il 31 marzo 2023 il Governo dovrà approvare il nuovo codice degli appalti pubblici. Una data che preoccupa non poco i professionisti tecnici in quanto il nuovo codice degli appalti viene considerato non adeguato e pieno di criticità. Per tale motivo gli ordini professionali, sindacati e associazioni dei professionisti del settore chiedono al Governo il rinvio dell'entrata in vigore del nuovo testo e, parallelamente, l'avvio di un tavolo di confronto sui temi più critici del nuovo testo.

Nello specifico, i professionisti tecnici hanno sottolineato nel nuovo codice le problematiche relative a:

- Il ricorso esteso all'appalto integrato, che si tradurrà nell'affidare alle imprese non solo la fase di esecuzione delle opere ma anche la progettazione, delegando l'intero processo al soggetto che ha maggiori interessi economici, ponendo gli stessi progettisti in condizione subalterna, eliminando la centralità del progetto e togliendo alle Stazioni Appaltanti la gestione dello stesso.

- L'affidamento in via preferenziale degli incarichi di Progettazione, Direzione dei lavori e Collaudo a tecnici interni alla Pubblica Amministrazione, andando in tal modo ad aumentare il carico lavorativo di uffici spesso sottodimensionati e di fatto eliminando la figura terza del professionista esterno indipendente da committente e costruttore, garante della corretta realizzazione tecnica ed economica dell'opera.

- La riduzione a soli due livelli di progettazione, che se da un lato dovrebbe sveltire l'iter progettuale, in realtà non considera che spesso le lungaggini nelle fasi di progettazione e realizzazione sono fortemente condizionate dai processi burocratici, che invece non vengono in alcun modo alleggeriti. Inoltre, l'eliminazione improvvisa degli altri livelli di progettazione necessita di una contestuale ridefinizione dei relativi compensi per scongiurare ricadute sulla qualità delle opere.

- La possibilità di affidare incarichi a titolo gratuito, che, almeno in teoria, dovrebbe avvenire solo in casi eccezionali, ma di fatto rischia di verificarsi in ogni situazione con conseguenti possibili ripercussioni sulla qualità delle opere.

- La riduzione della validità dei curricula dei progettisti ad un solo anno, con particolare riferimento ai requisiti economici. Una soluzione che porterà all'inevitabile ricorso all'avvalimento e al subappalto delle prestazioni professionali.

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