La situazione dell’edilizia scolastica italiana
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La situazione dell’edilizia scolastica italiana
L’importanza dello stato degli edifici scolastici è un dato fondamentale in quanto direttamente legato alla qualità dell’istruzione. Quali sono le condizioni degli edifici scolastici nel nostro Paese?Per rispondere a questa e ad altre domande sulla situazione dell’edilizia scolastica italiana, Openpolis, fondazione indipendente senza scopo di lucro che promuove progetti per l’accesso alle informazioni pubbliche, ha reso noti una serie di dati interessanti a partire dall’analisi delle statistiche pubblicate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il primo dato significativo è che oltre la metà degli immobili scolastici risale al periodo compreso tra il 1950 e il 1992 e solo il 10,5%è stato edificato dopo il 1997. Ciò detto, Openpolis sottolinea anche come a partire dagli anni ’90 sono state introdotte alcune innovazioni legate soprattutto alla normativa antincendio e alla riduzione delle barriere architettoniche. Il picco nell’espansione dell’edilizia scolastica in Italia viene raggiunto tra gli anni ’60 e ’70 del Novecento, una crescita direttamente legata al boom economico e di nascite registrati in quel periodo, caratterizzato dalla scolarizzazione di massa, che rese necessaria la costruzione di numerose scuole e istituti di formazione. Parallelamente, in quegli anni si assiste ad una maggiore attenzione normativa verso l’edilizia scolastica. A tale proposito, risale al18 dicembre 1975 il Decreto ministeriale che delinea le norme tecniche da seguire per la costruzione di infrastrutture scolastiche. Nei successivi anni ’90 le norme si intensificano specie con la legge 23 del 1996 che indica le disposizioni generali in materia, stabilendo, tra l’altro, le competenze comunali per quanto attiene all’edilizia scolastica di materne, elementari e medie e le competenze provinciali per l’istruzione secondaria di secondo grado. In ogni caso, nel complesso, gli edifici scolastici recenti, ovvero costruiti negli ultimi 5 anni, rappresentano una percentuale davvero esigua meno dell’1% del totale con picchi massimi del 4,2% in Valle d’Aosta e minimi dello0,1% in Sardegna. Entrando nel dettaglio dei territori, in media gli edifici scolastici più attuali sono edificati nei comuni dell’hinterland delle città rispetto ai capoluoghi: in numeri, il 12,5% degli edifici scolastici costruiti negli ultimi 25 anni si trova nei comuni cintura. Al contrario, nei comuni polo la percentuale di scuole costruite dopo il 1997 scende al 7,3%, mentre nei comuni delle aree interne le percentuali sono superiori alle medie nazionali, ad esempio nei comuni intermedi si raggiunge l’11,9%. Parlando di capoluoghi di provincia, al primo posto L’Aquila con il 41,4% di scuole costruite dopo il 1997, ma qui vengono considerati anche i moduli provvisori approntati per sostituire gli edifici distrutti o danneggiati dal terremoto del 2009. Le altre città con percentuali maggiore di scuole edificate nell’ultimo quarto di secolo sono Siracusa (27,1% del totale), Crotone(25,9%), Campobasso (24,4%). Da notare che ben 14 capoluoghi di provincia non raggiungono la quota del 2% di edifici scolastici costruiti dopo il 1997, ovvero: Chieti, Como, Genova, Imperia, LaSpezia, Nuoro, Pavia, Pisa, Rovigo, Savona, Trani, Treviso, Trieste, Varese.