La salubrità degli edifici in Europa
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La salubrità degli edifici in Europa
Spesso si parla di inquinamento dell’aria esterna e troppo poco della qualità dell’aria all’interno delle nostre case. Dati recenti indicano che un cittadino europeo su quattro vive in un ambiente domestico con una qualità dell’aria interna inferiore agli standard nazionali. Si tratta solo di uno degli indicatori della salubrità degli edifici in Europa indicati da Healthy Buildings Barometer (HBB) 2024, il barometro degli edifici sani dell’UE, pubblicato da BPIE, Buildings Performance Institute Europe. Oltre a questo, vi sono altri indicatori tutt’altro che positivi che sottolineano come le case degli europei siano poco salubri. Oltre alla scarsa qualità dell’aria, l’HBB infatti evidenzia l’insufficiente illuminazione delle abitazioni degli europei, un fattore che riguarderebbe circa 30 milioni di cittadini. A ciò va aggiunto il fatto che un numero considerevole di edifici non dispone di un involucro esterno adeguato in termini di isolamento termico e quindi risulta particolarmente soggetto a fenomeni estremi, come il caldo eccessivo, legati al cambiamento climatico. Migliorare la salubrità e l’isolamento termico degli edifici risponde non solo a criteri di maggiore comfort abitativo e quindi di generale benessere delle persone, ma rappresenta anche un notevole risparmio in termini economici. Secondo quanto indicato nell’HBB, la ristrutturazione globale degli edifici dell’UE attualmente poco efficienti a livello energetico porterebbe a risparmiare 194 miliardi di euro dovuti ad esempio a meno giorni di malattia, visite ed esami medici dovuti a problemi di salute legati alla scarsa salubrità degli edifici. Immobili residenziali, ma non solo, la questione della salubrità e dell’efficienza energetica riguarda anche i luoghi di lavoro. Si stima che, se fossero più salubri, si avrebbe un aumento di produzione a livello continentale dell’1%, che corrisponde a circa 40 miliardi di euro l’anno. Purtroppo, le cose non stanno andando come dovrebbero in termini di miglioramento delle performance degli edifici rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione previsti per il 2050.
Oltre a mettere in luce i dati, il BPIE indica anche alcune linee di intervento per cercare di accelerare la transizione energetica degli immobili europei. In particolare, vengono suggerite tre categorie di intervento che la politica e le istituzioni dovrebbero adottare. La prima riguarda l’adozione di un quadro globale di norme sugli edifici salubri attraverso diverse dimensioni interconnesse tra loro e composte da differenti indicatori utili a individuare cosa sia davvero necessario per ottenere edifici veramente salubri. Il secondo elemento riguarda il dare priorità ai dati di qualità utili a tracciare la salubrità degli edifici e il benessere degli abitanti. Il terzo fattore riguarda l’integrazione tra salute, sostenibilità e resilienza nelle politiche immobiliari e delle costruzioni, a cominciare dall’introduzione nella normativa e negli standard costruttivi del concetto di edificio sano.