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scuola e formazione
03/05/2024

In Italia più laureati, ma ancora troppi NEET

L’undicesima edizione del rapporto BES 2023 dell’Istat restituisce una fotografia del Paese sotto diversi aspetti attraverso diversi indicatori raccolti in 12 diversi àmbiti tra i quali salute, benessere, lavoro, ambiente, scuola e istruzione. Proprio con riferimento agli indicatori relativi a scuola e istruzione il rapporto BES 2023 dipinge una situazione ricca di contrasti. Se infatti, dieci indicatori della sfera formativa risultano in miglioramento rispetto all’anno precedente, due indicatori sono in peggioramento, mentre tre rimangono piuttosto stabili. Da notare che però, rispetto alle rilevazioni del 2019, gli indicatori ad andamento negativo salgono a cinque e quelli positivi scendono a sette. Tra i dati più significativi del 2023, l’Istat segnala che il 65,5% di soggetti tra 25 e 64 anni in Italia ha ottenuto il diploma di scuola secondaria di secondo grado, 2,5 punti percentuali in più rispetto al 2022. Dall’indagine emerge anche che il 30,6% dei giovani tra 25 e 34 anni ha un diploma di laurea o titolo di tipo terziario, era il 29,2% nel 2022 e il 27,9% nel 2019. Dunque, laureati in aumento in assoluto ed anche nelle discipline scientifiche: nel 2021 il 17,8% di persone tra 20 e 29 anni ogni mille abitanti ha ottenuto una laurea nelle discipline STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica), in crescita rispetto al 16,5% del 2020 e al 16,1% del 2019. Purtroppo, però, nelle discipline STEM rimane ancora piuttosto elevato il divario di genere: 14,3 donne ogni mille abitanti, contro 21 uomini ogni mille abitanti.

Andamento positivo anche in tema di abbandono scolastico. Nel 2023 i giovani tra 18 e 24 anni che hanno lasciato gli studi prima di ottenere una qualifica sono scesi al 10,5%, un punto percentuale in meno rispetto all’anno precedente e quasi 3 punti percentuali in meno rispetto al 2019. Un dato che si avvicina alla quota del 9% che rappresenta il target europeo per il 2030. Discorso differente invece per i dati sui NEET (giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano, non studiano e non seguono corsi di formazione), che, pur segnando un miglioramento, 16,1% contro il 19% del 2022, risultano ancora molto negativi in alcune regioni come Sicilia (27,9%), Calabria (27,2%), Campania (26,9%). Il dato nazionale sui NEET, inoltre, risulta di quasi cinque punti superiore alla media dei Paesi UE che si attesta all’11,2%.

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