Idrogeno verde: come accelerare la transizione energetica
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Idrogeno verde: come accelerare la transizione energetica
Sempre più spesso si parla di idrogeno verde e del suo potenziale come fonte di energia green per sostituire almeno in parte le fonti fossili, specie per quanto riguarda i cosiddetti settori hard to abate quali l’industria dell’acciaio o quella del cemento. Se è vero che nei prossimi anni l’idrogeno verde dovrebbe avere un forte sviluppo, ad oggi, gran parte del potenziale di questa fonte green rimane però ancora inespresso a causa di questioni di diversa natura. A tale proposito, secondo uno studio degli analisti della Direzione Strategie Settoriali e Impatto di Cassa Depositi e Prestiti, per sostituire un quinto della quantità di gas naturale attualmente utilizzata come fonte energetica sarebbe necessario raddoppiare la produzione di energia da fonti green già installate.
Parlando di idrogeno verde, occorre però chiarire alcuni punti. Primo fra tutti il termine “verde” ad esso legato che è strettamente connesso ad alcuni specifici procedimenti da seguire per ottenerlo, ovvero deve essere idrogeno derivato dall’elettrolisi dell’acqua ottenuta utilizzando energia elettrica prodotta solo da fonti rinnovabili. Attualmente, però, la gran parte dell’idrogeno disponibile è ottenuta dal metano che è ricavato quasi esclusivamente dalla lavorazione di materie prime di origine fossile. Ciò detto, un’accelerazione nella produzione e nell’utilizzo dell’idrogeno verde sarebbe indispensabile per contribuire in maniera concreta alla decarbonizzazione dell’industria nazionale, che è responsabile di più di un quinto dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra del Paese. In particolar modo l’idrogeno verde potrebbe contribuire ad abbattere i consumi e l’inquinamento legati all’industria pesante (specie per settori minerario, metallurgico e chimico), oltre che al trasporto marittimo e aereo, ove, ad oggi, la transizione verso l’elettrico non è attuabile in quanto poco vantaggiosa.
Tra i fattori che rallentano lo sviluppo dell’idrogeno verde ci sono i costi di produzione elevati rispetto alle fonti fossili e una domanda piuttosto contenuta anche per il fatto della mancanza o scarsità di incentivi e obblighi minimi di utilizzo di tale materia prima energetica. Gli analisti Cassa Depositi e Prestiti, inoltre, segnalano tra gli ostacoli la limitata efficienza in termini di conversione ovvero il fatto che l’energia generata dall’idrogeno risulta pari a circa il 60% dell’energia necessaria per produrlo. Nonostante i freni e i limiti allo sviluppo, le policy in materia idrogeno verde stanno avanzando sia a livello europeo che nazionale. In particolare, lo studio di CDP sottolinea come il contesto italiano si distingue per alcune peculiarità che possono favorire in futuro un’accelerazione nell’idrogeno verde, prima fra tutte un sistema manifatturiero tra i migliori dell’UE per produzione di tecnologie termiche e meccaniche convertibili all’idrogeno, la crescente produzione di energie rinnovabili e di biometano. Infine, viene segnalata anche l’importanza di un contesto di norme e regole che favoriscano il maggiore utilizzo di idrogeno verde, oltre a adeguati meccanismi di incentivazione che aiutino a ridurre drasticamente i costi di produzione elevati.