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fisco
07/05/2024

Fatturazione attiva e passiva: caratteristiche e differenze

Da quando la fatturazione elettronica è divenuta un obbligo per tutti i titolari di partita Iva, a prescindere dal regime fiscale in cui rientrano, è cresciuta l’attenzione per gli aspetti fiscali della propria attività professionale. Tra i temi all’ordine del giorno si trovano la fatturazione attiva e quella passiva. Cerchiamo di fare chiarezza su caratteristiche e differenze tra le due tipologie. La fatturazione passiva riguarda i documenti contabili ricevuti dai fornitori a seguito di acquisto di beni e servizi. Il termine passivo si riferisce al fatto che la fattura in questo caso viene ricevuta e deve essere controllata, in quanto l’azienda o il professionista sono nella posizione di debitore e devono provvedere a saldare la fattura passiva in questione. Un elemento distintivo della fattura passiva è l’eventuale Iva a credito per il soggetto che la riceve. Per contro, la fatturazione attiva prevede l’emissione di un documento contabile-fiscale verso un cliente finale, azienda o privato, allo scopo di giungere all’incasso del corrispettivo indicato nel documento stesso. In questo caso, l’elemento distintivo è l’eventuale Iva a debito che matura per il soggetto che emette la fattura. Dalle caratteristiche peculiari delle due tipologie di fattura sopra indicate si possono evincere le principali differenze. Prima di tutto, la fattura attiva viene emessa dal cliente, mentre la fattura passiva viene emessa dal fornitore. In secondo luogo, la fattura attiva genera un credito o entrata, mentre la fattura passiva genera un debito o uscita. Infine, la fatturazione attiva viene compilata ed inviata tramite apposito sistema di interscambio SDI, mentre la fatturazione passiva viene controllata ed archiviata, sempre tramite SDI.

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