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sostenibilita ambientale
03/02/2023

Emergenza smog, i dati del report Mal'Aria di città di Legambiente

L'inquinamento atmosferico delle città italiane è ancora su livelli troppo elevati e continua a rappresentare un rischio per la salute dei cittadini. Questo, in sintesi, l'esito di Mal'Aria, l'annuale analisi di Legambiente sullo stato di inquinamento dell'aria dei centi urbani. Il report, prodotto nell'ambito del programma Clean Cities Campaign, è redatto sulla base dei dati ricavati dalle centraline installate sul territorio cittadino dalle autorità competenti.

L'edizione di Mal'Aria 2023, che considera i dati registrati nel corso del 2022 su un campione di 85 città, evidenzia come ben 29 città capoluogo di provincia hanno superato la soglia di 35 giorni di sforamento dei limiti previsti per l'inquinamento da PM10. Ricordiamo che il rispetto dei limiti imposti dalla normativa vigente sulla qualità dell'aria rappresenta una condizione indispensabile per poter discutere di risanamento dell'ambiente. Ciò detto, quali sono le città dove la qualità dell'aria è peggiore? Torino, Milano, Modena, Asti, Padova e Venezia che hanno generato più del doppio del numero di sforamenti tollerati. In particolare la centralina di rilevamento Grassi di Torino nel 2022 ha registrato 98 sforamenti. Non è stata da meno Milano dove la centralina Senato ha registrato 84 volte livelli superiori alla norma. Seguono Asti (Baussano) con 79 giorni di sforamento, Modena (Giardini) 75 sforamenti, Padova (Arcella) e Venezia (Tagliamento) con 70.

PM10, ma non solo. Anche per il PM2.5 la criticità è molto elevata: delle 85 città analizzate ben 71 hanno registrato valori superiori a quelli previsti al 2030 dalla prossima direttiva.

L'emergenza smog dunque è ancora elevata come emerso dai dati di Mal'Aria e bisogna intervenire rapidamente per porre rimedio a quello che rappresenta non solo un problema ambientale, ma anche sanitario. In particolare in ambito di inquinamento dell'aria di città sono sempre più necessari piani concreti di mobilità sostenibile attraverso ingenti investimenti nel trasporto pubblico green, di diffusione dei punti di ricarica per veicoli elettrici, oltre alla promozione dell'uso delle due ruote in sicurezza anche attraverso la costruzione di infrastrutture adeguate. Non solo i trasporti, ma anche il comparto edile ha un grande peso sull'inquinamento atmosferico urbano. Per questo serve un grande piano di riqualificazione energetica dell'edilizia pubblica e privata adeguatamente sostenuto da incentivi e agevolazioni, in modo da riconvertire quante più abitazioni possibile con sistemi efficienti alimentati da fonti energetiche rinnovabili.

In definitiva, se è vero che qualcosa nelle nostre città si sta facendo, la decrescita dell'inquinamento è ancora troppo lenta. Si pensi che il tasso medio annuale di riduzione del PM10 è attualmente solo del 2%, mentre per raggiungere gli obiettivi previsti per il 2030 l'abbattimento delle emissioni dovrebbe essere tra il 30% e il 40%.

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