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sostenibilita ambientale
21/03/2024

Direttiva Case Green, ok definitivo del Parlamento europeo

Approvata definitivamente dal Parlamento europeo la Direttiva Case Green che ha come obiettivo l’efficientamento energetico degli edifici e, quindi, la riduzione dei consumi e delle emissioni del settore edilizio in maniera progressiva entro il 2030, fino a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Secondo quanto indicato nella Direttiva, dal 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, dal 2028 tutti i nuovi immobili di proprietà pubblica o occupati da autorità pubbliche. Tra gli obiettivi fissati dalla normativa, gli Stati membri dell’UE dovranno impegnarsi a ridurre di almeno il 16% i consumi energetici degli edifici esistenti entro il 2030. Tale riduzione dovrà raggiungere il 20-22% entro il 2035 grazie sia alle nuove costruzioni che ad interventi massivi di ristrutturazione degli edifici esistenti, con un intervento iniziale del 43% sugli edifici più energivori. Inoltre, gli Stati membri si impegnano a ristrutturare almeno il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni energetiche entro il 2030 e il 26% degli stessi entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica. Gli Stati membri sono anche tenuti a garantire l’installazione di impianti fotovoltaici negli edifici pubblici e non residenziali sulla base delle loro dimensioni e in tutti in nuovi edifici residenziali entro il 2030. Parallelamente, è prevista la progressiva decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento con la definitiva eliminazione dei combustibili fossili entro il 2040. A tale proposito, a partire dal 2025 sarà vietata la concessione di agevolazioni per le caldaie alimentate con combustibili fossili. Al contrario sarà possibile concedere incentivi per passare a sistemi di riscaldamento che utilizzano almeno in parte energie rinnovabili come quelli ibridi caldaia-pompa di calore. Al momento, la nuova Direttiva non si applica agli edifici agricoli e a quelli di carattere e valore storico. In aggiunta, i singoli Stati possono decidere di escludere dalle norme anche gli edifici protetti, quelli temporanei, gli edifici di culto e le chiese.

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