Cosa sapere quando si apre una partita Iva
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Cosa sapere quando si apre una partita Iva
Per coloro che intendono intraprendere un'attività professionale autonoma o aprire una propria attività giunge il momento di aprire una partita Iva. Diventare un soggetto Iva non è esattamente così semplice in quanto possono nascondersi alcune insidie. Vediamo come muoversi per evitarle. Il primo passo quando si decide di aprire una partita Iva è quello di scegliere attentamente il corretto codice Ateco, indicato in apposite tabelle, che identifica al meglio la propria attività. Successivamente è necessario compilare un apposito modello (AA9/12 o AA7/10 per soggetti differenti dalle persone fisiche), scaricabile dal sito dell'Agenzia delle entrate e presentarlo entro 30 giorni dall'avvio della propria attività per via telematica sempre tramite web dell'Agenzia, per via posta raccomandata o ancora brevi manu presso uno degli sportelli dell'Agenzia. Una volta ricevuto il modulo l'Agenzia rilascerà la partita Iva ovvero il codice a 11 cifre che contraddistingue il soggetto in relazione all'attività professionale esercitata.
Aprire una partita Iva è dunque piuttosto semplice e non comporta alcun pagamento a meno che per la pratica non ci si rivolga a un commercialista o ad un Caf. Se l'apertura della partita Iva non ha costi, invece sono previsti dei costi a seconda del regime fiscale, che in generale possono essere così sintetizzati:
- In caso di attività imprenditoriale (quindi non di lavoro autonomo) iscrizione al Registro delle imprese presso la Camera di Commercio con una quota annua di 100 euro.
- Spese di gestione della contabilità (non è consigliato il fai da te per evitare di incorrere in errori che possono portare a sanzioni), quantificabili in minimo 1.000 euro l'anno per gli emolumenti del commercialista.
- Contributi previdenziali da versare all'Inps o ad altro Istituto di previdenza sociale in caso di iscrizione ad albri professionali che vengono calcolati sul minimale, quindi non dipendono dal reddito annuale effettivo, che sono pari a circa 3.600 euro annui per artigiani e commercianti, o 2.400 per coloro che rientrano nel regime forfettario.
Il regime forfettario è un regime agevolato riservato a professionisti, lavoratori autonomi e imprenditori che percepiscono ricavi o compensi fino a 85 mila euro annui derivanti da lavoro dipendente o assimilato. L'aliquota del regime forfettario è più bassa rispetto alla tassazione ordinaria Irpef, ovvero corrisponde al 15%, ridotto al 5% per i primi cinque anni di nuova attività, invece che dal 23% al 43% in base all'ammontare dei redditi. Inoltre, nel regime forfettario pur emettendo regolari fatture, non si applica l'Iva sul corrispettivo.
Ricordiamo che non aprire regolarmente partita Iva essendo obbligato dall'esercizio di un'attività professionale significa essere considerato evasore fiscale che comporta accertamento tributario con richiesta di pagamento di quanto dovuto oltre che sanzioni per i redditi non dichiarati.
Infine, è opportuno segnalare che con un'unica partita Iva è possibile svolgere più di una attività, sempre che si indichino i diversi codici Ateco relativi alle diverse attività. La comunicazione di una seconda attività può essere effettuata anche in un secondo momento rispetto all'apertura della partita Iva.