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mercato immobiliare
28/12/2022

Cosa fare in caso di inquilino moroso?

La questione dell'inquilino moroso che non paga le rate del canone di locazione convenuto è una delle problematiche in cui il locatario spera di non doversi mai imbattere. Vediamo quali sono le casistiche e cosa si può fare per far uscire di casa l'inquilino moroso.

Il primo punto fondamentale è stabilire le tempistiche per richiedere all'inquilino moroso di lasciare la casa. In realtà il proprietario dell'immobile potrebbe già procedere ad agire in giudizio contro l'inquilino dopo 20 giorni di ritardo del pagamento del canone per ottenerne lo sfratto. L'inquilino moroso ha però tempo per pagare il canone arretrato entro l'udienza davanti al giudice e chiudere così il procedimento nei suoi confronti. Se invece la procedura è stata avviata l'inquilino moroso si troverà a pagare sia i canoni arretrati che le spese legali.

In caso di inquilino moroso in presenza di un contratto di locazione regolarmente registrato, il proprietario deve prima di tutto inviare una raccomandata in cui viene intimato all'inquilino il pagamento del canone arretrato entro un termine massimo scaduto il quale il contratto si intenderà risolto e si procederà allo sfratto. Tale intimazione non di rado conduce a una soluzione pacifica con pagamento dell'arretrato. In caso contrario è bene contattare un legale in modo che si possa agire legalmente nei confronti dell'inquilino moroso. L'avvocato notificherà un atto giudiziario che deve indicare la data dell'udienza a cui l'inquilino moroso deve presentarsi. Nel corso di tale udienza il giudice verificherà il persistere della morosità e in tal caso emettere l'ordinanza di sfratto che deve contenere la data in cui l'inquilino è tenuto a liberare l'appartamento.

Qualora a tale data l'inquilino non abbia ancora lasciato la casa il locatore può ricorrere all'ufficiale giudiziario che può in ultima analisi intervenire anche con le forze dell'ordine per far sgombrare l'immobile. L'inquilino moroso ha però possibilità di chiedere il cosidetto termine di grazia ovvero ulteriori 90 giorni di tempo per pagare il canone arretrato. Vi è la possibilità che nel corso dell'udienza l'inquilino presenti un'opposizione in quanto ritiene che non sussistano i presupposti per lo sfratto. In tal caso si aprirà una causa ordinaria.

Esistono casi particolari in cui la Legge considera la fragilità dell'inquilino moroso, come ad esempio in caso di soggetti di età superiore a 65 anni, presenza di persona con gravi disabilità, famiglie numerose con 5 o più figli, persona in stato di disoccupazione benché regolarmente iscritta alle liste degli Uffici per l'impiego.

Per permettere al locatario di recuperare i canoni non pagati il giudice emette anche un decreto ingiuntivo, ovvero un ordine di pagamento nei confronti dell'inquilino moroso. Qualora questi non provveda al versamento delle somme dovute, il proprietario di casa può richiedere il pignoramento dei beni.

Quanto sinora indicato vale per contratti di affitto registrato e non vale in caso di contratti di affitto in nero anche se in forma scritta. In questo secondo caso il locatario dovrà avviare una causa ordinaria contro l'inquilino moroso con tempistiche molto più lunghe. Oltretutto, in caso di contratto non registrato e quindi nullo, il giudice può solo intimare all'inquilino di lasciare l'immobile, ma non di versare i canoni arretrati.

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