Consistenza catastale: di cosa si tratta e come si calcola?
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Consistenza catastale: di cosa si tratta e come si calcola?
Per calcolare la grandezza di un immobile il catasto fa riferimento ad una misura specifica nota come consistenza catastale. La consistenza catastale di un immobile viene calcolata sulla base di un determinato parametro che varia al variare della categoria catastale dell'immobile stesso ed è fondamentale per determinare la reale dimensioni di un immobile e, quindi, utile per il calcolo di tasse e imposte di un immobile. In particolare, il parametro per il calcolo della consistenza catastale per i fabbricati di categoria A (abitazioni) è il vano catastale utile, per i fabbricati di categoria B come scuole e uffici pubblici, il parametro di calcolo è il metro cubo, mentre per i fabbricati di categoria C come negozi e laboratori, il parametro è il metro quadro. Ricordiamo che il vano catastale è uno spazio delimitato da pareti, soffitti e pavimenti con illuminazione diretta e superficie compresa tra 9 e 27 metri quadri. In caso di superfici superiori si calcola l'eccedenza.
Dunque, per calcolare la consistenza catastale di un immobile ad uso residenziale (categoria A) l'unità di misura è il vano catastale utile che è dato dalla somma dei diversi tipi di vano – principale, accessorio a servizio diretto, accessorio indiretto - che devono essere conteggiati singolarmente. I vani principali di un'abitazione corrispondono agli ambienti principali come soggiorno, camera da letto e cucina. I vani accessori a servizio diretto sono aree della casa a cui si accede direttamente ma non hanno funzione principale, come bagno, corridoi, disimpegni e ripostigli; la consistenza è fissata a un terzo di vano. I vani accessori indiretti sono spazi di pertinenza della casa a cui si accede dall'esterno rispetto ai vani principali, come cantine e solai; la consistenza è fissata a un quarto di vano. Alla somma dei vani così ottenuta, può essere aggiunta o detratta una percentuale pari al massimo al 10% del totale per tenere conto delle eventuali dipendenze o degli elementi che possono portare vantaggio o svantaggio all'immobile oggetto di calcolo di consistenza catastale. Il risultato finale va arrotondato al mezzo vano.
Per il calcolo della consistenza catastale relativa a fabbricati di categoria B si usa come unità di misura il metro cubo. Il calcolo avviene vuoto per pieno ovvero moltiplicando la superficie coperta per l'altezza totale delle corrispondenti singole porzioni dell'immobile. Anche in questo caso, alla somma ottenuta può essere aggiunta o sottratta una percentuale al massimo del 10% con arrotondamento finale al metro cubo. Per gli immobili di categoria C, infine, la consistenza catastale viene calcolata in metri quadri e si ottiene sommando la superficie utile degli ambienti principali con la superficie utile degli ambienti accessori. Per la sola categoria C1 la superficie degli ambienti accessori va moltiplicata per un coefficiente di ragguaglio. Alla somma ottenuta possono essere applicati incrementi o decrementi pari o inferiori al 10% (fino al 20% per la categoria C1).