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mercato immobiliare
10/02/2023

Caro mutui, dalla sospensione alla rinegoziazione

Anche il 2023 segue la tendenza in corso l'anno precedente all'aumento dei tassi di interesse e di conseguenza alla crescita dei tassi dei mutui, che ormai hanno raggiunto e superato il 3%. Aumenti che per i mutui a tasso variabile si ripercuotono sulle rate, che aumentano di mese in mese. Cosa si può fare per cercare di porre un rimedio al caro mutui? Tra le opzioni possibili c'à la sospensione del mutuo, ricorrendo al Fondo Sospensione Mutui Prima Casa oppure la rinegoziazione del mutuo stesso, passando dal tasso variabile a quello fisso.

Nel primo caso il Fondo Sospensione Mutui Prima Casa, istituito durante la pandemia e prorogato con la Legge di Bilancio fino al 31 dicembre 2023, permette di richiedere la sospensione temporanea del versamento delle rate del mutuo per un periodo massimo di 18 mesi. Per poter accedere al Fondo la Legge di Bilancio indica che:

- Sono ammessi i mutui di importo fino a 400 mila euro.

- I mutui già ammessi alla garanzia del Fondo Prima Casa possono accedere alla sospensione del pagamento delle rate.

- Non vengono considerate eventuali sospensioni già concesse su mutui per i quali alla presentazione della nuova domanda di sospensione sia ripreso il pagamento delle rate per almeno tre mesi.

- Non è richiesta la presentazione dell'ISEE.

La domanda di sospensione del mutuo deve essere presentata alla banca presso la quale è in corso il piano di ammortamento del mutuo mediante apposita documentazione scaricabile dal sito web della Consap, Concessionaria Servizi Pubblici Assicurativi. La sospensione del mutuo può essere anche concessa direttamente dal proprio istituto di credito, ma in questo caso è importante notare che vi possono essere delle conseguenze, come per esempio la maggior spesa per gli interessi una volta riattivato il pagamento delle rate del mutuo stesso.

Il secondo caso per contrastare gli effetti del caro mutui è la rinegoziazione del mutuo con la conversione da tasso variabile a tasso fisso. La rinegoziazione deve essere richiesta direttamente alla banca, ma solo da coloro che hanno un reddito ISEE non superiore a 35.000 euro e in regola con il pagamento delle rate.

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