Affitti brevi, molte case rimangono vuote
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Affitti brevi, molte case rimangono vuote
Si fa un gran parlare di affitti brevi, specie da quando l’Europa e l’Italia stanno cercando di regolamentare il settore. Ma, alla prova dei fatti, quante case vengono realmente affittate e quanto rendono? Contrariamente a quanto forse si possa pensare, a fronte di un numero elevato di offerte, basta fare un salto sulle piattaforme che propongono appartamenti in affitto breve per rendersene conto, molti appartamenti rimangono spesso vuoti. In particolare, secondo i dati del Centro Studi Rescasa-Confcommercio, nelle grandi città gli affitti brevi non vanno affatto bene. A Milano rimangono vuote una casa su tre, a Roma una su due. Situazione simile anche a Napoli e Firenze. In generale i dati indicano che su circa 20 mila appartamenti disponibili in affitto breve, negli ultimi 12 mesi solo la metà ha registrato tassi di occupazione significativi. Ma perché gli affitti brevi non funzionano? Tra i motivi da ricercare nell’elevato numero di appartamenti sfitti c’è la questione che la maggioranza degli affittuari non è disposta a scendere sotto determinati livelli di standard per non avere problemi o correre rischi. Dall’altra parte, c’è una diffusa scarsa preparazione da parte degli host in termini di ospitalità con limiti, ad esempio, riguardo la possibilità di proporre tariffe dinamiche o rendere disponibile l’appartamento per periodi lunghi. In definitiva, il quadro che si delinea sugli affitti brevi suggerisce che solo coloro che operano in maniera professionale, proponendo standard elevati e pieno rispetto delle regole, possono ottenere tassi di occupazione rilevanti.