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normativa
26/01/2023

Cosa dice la direttiva dell'Unione Europea sugli immobili residenziali

La direttiva dell'Unione Europea sulla classe energetica degli immobili residenziali in fase di ultimazione prevede che tutti gli immobili raggiungano la classe energetica E entro il 2030 e successivamente la classe D entro il 2033. L'obiettivo è raggiungere zero emissioni di gas a effetto serra entro il 2050, considerando che gli edifici sono responsabili per il 30% delle emissioni. In concreto la direttiva dovrebbe interessare il 75% degli edifici del parco immobiliare. La direttiva europea inoltre prevede l'installazione di impianti solari su edifici pubblici e non residenziali e a partire dal 2030 su tutte le nuove costruzioni per aumentare la quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili e ridurre l'impatto ambientale degli edifici. Inoltre, gli edifici di nuova costruzione e quelli sottoposti a importanti interventi di ristrutturazione dovranno essere dotati di infrastrutture per veicoli elettrici e mezzi di trasporto green, come colonnine di ricarica e parcheggi per biciclette.

La direttiva, che ricordiamo non è ancora entrata in vigore, ha scatenato il dibattito nel nostro Paese e le reazioni politiche. Diversi partiti politici infatti hanno chiesto al Governo di intervenire per scongiurare l'introduzione delle nuove norme comunitarie che, per come sono state prospettate, di fatto non tengono conto della situazione dell'edilizia nei singoli Stati membri, in particolar modo dell'Italia. Nel nostro Paese infatti il 60% degli edifici attualmente rientrano nelle classi energetiche più basse ovvero F e G e per poter migliorare l'efficienza di due classi necessiterebbero diversi interventi tra cui l'isolamento termico interno o esterno, la sostituzione degli infissi e delle vecchie caldaie. Considerando il numero di edifici da ristrutturare, la spesa sarebbe davvero ingente e il tempo a disposizione sarebbe minimo. Non solo. Qualora gli immobili non vengano adeguati alle norme comunitarie per mancanza di disponibilità economiche, andrebbero inevitabilmente incontro a una diminuzione di valore di mercato, con ripercussioni per i contribuenti proprietari di abitazioni.

La strada per l'approvazione della direttiva sugli immobili green è ancora lunga. La prossima data importante è il 9 febbraio quando il testo arriverà in commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, unitamente a oltre 1.500 emendamenti richiesti principalmente dallo schieramento di centro-destra del parlamento europeo decisamente contrario alla proposta di direttiva. Ricordiamo che le critiche alla direttiva non sono riguardo l'obiettivo finale che si pone ovvero la decarbonizzazione del parco immobiliare europeo, ma sulle tempistiche imposte e sulla mancanza di flessibilità.

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